Donatella Caprioglio

“Vorrei vederti morta”. Con questa frase pronunciata da una figlia ventenne all’incolpevole madre comincia “Vai, ma resta ancora”, una testimonianza coinvolgente e complessa del difficile rapporto fra i genitori e i figli post-adolescenti. Donatella Caprioglio è una psicanalista veneziana che vive e lavora a Parigi. Divorziata dal marito, si è sobbarcata l’onere di allevare da sola la figlia nata dal matrimonio. Lo fa con cuore di mamma e con competenza professionale, ma il risultato è uno scontro quotidiano, terribile, addirittura carico di odio. Questa esperienza realmente vissuta diventa quindi un continuo duello fra due protagoniste che la vita mette assurdamente una contro l’altra. Questo specie di diario giornaliero alterna il brusco racconto delle liti e delle provocazioni ai rari momenti di dialogo e serenità, in cui l’autrice cerca di elaborare il rapporto appigliandosi agli strumenti della sua professione, offrendo al lettore un’infarinatura di psicologia pratica sul rapporto genitori-figli. “Vai, ma resta ancora” esplicita un’esperienza comune e molto diffusa, quella della fatica di crescere e di far crescere, quando la voglia di spiccare il volo si scontra con l’angoscia di abbandonare il nido.

Mondadori, 2008 – 155 pagine

N15