L’affido può essere autorizzato a coppie sposate, persone singole o conviventi, con o senza figli. L’iter per la candidatura prevede i seguenti passi:

  1. Presa di contatto con ATFA (famiglie Sopraceneri Tel. 091 960 07 38 Stefania Caffi – famiglie Sottoceneri Tel. 091 966 00 91 Andrea Milio);
  2. Ricezione e lettura del materiale informativo;
  3. Colloquio informativo a domicilio con il consulente sociale della regione;
  4. Corso in-formativo obbligatorio;
  5. Raccolta dei documenti necessari alla candidatura ufficiale e consegna dei suddetti documenti presso la sede UAP di riferimento;
  6. Valutazione d’idoneità con un’assistente sociale ed uno psicologo dell’UAP.

Sedi di riferimento
Ufficio dell’Aiuto e della Protezione

  • Domiciliati nel Luganese: Via S. Salvatore 3, 6900 Paradiso | 091 815 75 31
  • Domiciliati nel Mendrisiotto: Via Bernasconi 31, 6850 Mendrisio | 091 815 94 01
  • Domiciliati nel Locarnese: Via Luini 12, 6600 Locarno | 091 816 05 61
  • Domiciliati nel Bellinzonese: Ghiringhelli 19, 6500 Bellinzona | 091 814 75 11

La famiglia che vuole candidarsi per l’affido deve partecipare obbligatoriamente al corso in-formativo organizzato da ATFA.

Si tratta di quattro incontri così strutturati:

  • “Il sistema affido” e gli istituzionali
    Intervento degli operatori dell’Ufficio dell’Aiuto e della Protezione e della Camera di Protezione (in riferimento alle Autorità Regionali di Protezione)
  • Testimonianze di affido
    Intervento di una famiglia SOS e una Family
  • La motivazione della famiglia affidataria
    Condotto da due psicologhe e psicoterapeute
  • Il vissuto del minore affidato
    Condotto da due psicologhe e psicoterapeute

Qualora la famiglia fosse composta da una coppia, entrambi devono partecipare agli incontri, ma uno dei due può essere assente ad un momento in-formativo.
La persona singola invece deve presenziare a tutti e quattro gli incontri.

La partecipazione è obbligatoria anche per le famiglie che si candidano per affidi intra-parentali (nonni o zii che desiderano accogliere il/la nipote).

In caso di assenza, è possibile recuperare uno o più incontri al corso successivo.

L’ATFA assume un ruolo di informazione e preparazione della famiglia che intende candidarsi all’affido. L’obiettivo è quello di favorire la riflessione delle famiglie che intendono intraprendere un affido al fine di rendere le famiglie consapevoli della loro scelta.

Previo colloquio con i consulenti ATFA, la famiglia che intende accogliere minori in affido è tenuta a frequentare il corso in-formativo che si svolge sull’arco di quattro mattinate (di regola 4 sabati mattina). Durante il corso vengono approfondite le questioni relative alla panoramica sociale dell’affido, la motivazione della famiglia affidataria, il vissuto del minore.

Alla fine del percorso in-formativo la famiglia decide se proseguire o meno nel percorso. Se la famiglia decide di proseguire, dovrà sottoporsi ad accurata valutazione d’idoneità, effettuata da un assistente sociale e da uno psicologo dell’UAP. Al termine della valutazione sarà lo stesso ufficio a rilasciare l’autorizzazione all’accoglimento di minori ai sensi degli art. 65 e 66 dell’OAMin (Ordinanza sull’accoglimento di minori a scopo di affiliazione e adozione).

La riuscita di un affido familiare dipende fortemente dalla scelta e dall’abbinamento tra minore, famiglia d’affido e famiglia naturale. È pertanto fondamentale, oltre a tener conto delle esigenze del minore da collocare, considerare i bisogni e i desideri delle due famiglie.

L’affido non è un compito facile e, affinché l’esperienza sia positiva e proficua, la famiglia affidataria non può essere lasciata sola, ma deve essere affiancata e accompagnata dal servizio.

Una volta attestata l’idoneità della famiglia, l’UAP si occupa di:

  1. collocare il minore nella famiglia affidataria;
  2. accompagnare la famiglia nell’esperienza di affido ormai avviata. Durante le varie tappe evolutive del minore e nei momenti significativi o critici dell’esperienza, il servizio affianca e sostiene la famiglia affidataria;
  3. esercitare la vigilanza sull’affidamento mantenendo contatti diretti con gli affidatari, il minore e la sua famiglia.