Carla Forcolin

Quando una donna ha commesso un reato e deve scontare una pena in carcere, i suoi figli, se non hanno padri o altri parenti disponibili ad accoglierli ed educarli, possono seguirla. In tal caso, inevitabilmente i bambini ne risentono…  Il libro si compone di 7 capitoli e di una corposa introduzione. Spazia su molteplici questioni (accompagnare i bambini all’asilo, entrare in relazione educativa con le loro madri, offrire ai bambini spazi di esperienza e divertimento, prendere i bimbi in affidamento, seguirli nel dopo-carcere, integrarli nel nostro mondo) e si pone l’obiettivo di sensibilizzare chi si occupa di questi problemi circa la realtà delle cose. Non sarà creando case-famiglia dove tenere mamme e bambini fino ai dieci anni di età che si “salveranno” questi bambini, ma permettendo loro di entrare in contatto con il mondo, pur senza privarli della mamma: mandandoli all’asilo e alla scuola materna, dando loro degli amici adulti, degli affidatari diurni, che li possano tenere con sé finché la mamma è in prigione, dando alle mamme la possibilità di lavorare legalmente – con regolare permesso di soggiorno – all’uscita dal carcere. Nulla di magico, quasi nulla che non esista già, ma tutto che funzioni secondo un disegno di cura vera e di buone prassi, nella collaborazione delle autorità competenti. Senza atteggiamenti troppo indulgenti, ma nel rispetto del diritto delle donne di imparare un lavoro in carcere ed esercitarlo finita la pena, nel rispetto del diritto dei bambini allo studio e all’educazione ad una vita onesta. Educazione che passa solo attraverso esempi vivi e rapporti affettivi autentici.

Ed. Franco Angeli, 2° ed. 2016, 142 pag.

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